EfficiencyKNow ha partecipato alla consultazione “Destinazione Italia”

EfficiencyKNow ha partecipato alla consultazione pubblica per il Piano Destinazione Italia, ed il suo contributo è stato valutato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri come particolarmente rilevante. Di seguito il documento che è stato sottoposto alla consultazione pubblica:

Il percorso dello sviluppo dell’efficienza energetica passa da azioni di carattere strategico che si ritiene debbano essere incentrate sullo sviluppo e sulla ricerca e da una road-map che si ritiene debbe essere articolata in almeno tre macro linee, più precisamente, quella della questione dei finanziamenti, la questione della sicurezza, dei consumi e delle reti e, infine, la questione dell’uso efficiente del suolo, delle risorse che potrebbero avere un contributo positivo su molti settori, tra cui quello dei trasporti.

Per quanto concerne le azioni strategiche, si ritiene che sia necessaria un’azione che ponga le basi per un reale sviluppo della filiera dell’efficienza energetica e non solo la costituzione di strumenti atti all’ottenimento di un contenimento dell’incremento dei consumi di energia primaria. Serve pertanto che sia proseguita l’azione di razionalizzazione degli strumenti esistenti e la creazione di nuovi strumenti e per dare respiro ad una reale evoluzione e per dare respiro all’innovazione.

Importante, quindi, l’introduzione di strumenti di natura fiscale ed industriale come:

  • il credito d’imposta per la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico
  • con benefici fiscali che dovrebbero essere estesi al concetto di filiera e non solo a singoli interventi

Serve poi sviluppare la ricerca dell’incontro tra pubblico e privato nell’ottica di portare innovazione nel mondo delle applicazioni industriali inducendo nuova occupazione di qualità.

Per quanto concerne la road map per lo sviluppo dell’efficienza energetica è da considerare che nell’ultimo decennio l’Unione europea, attraverso i fondi della politica di coesione, ha speso 5 miliardi di euro per il cofinanziamento di misure di efficienza energetica negli Stati membri. Alla fine del 2012, la Corte dei Conti Europea ha rilevato l’inefficacia nell’utilizzo di fondi pubblici (europei) in termini di rapporti costi/benefici degli interventi. Nessuno dei progetti controllati – dice la Corte dei Conti europea – è stato oggetto di una valutazione del fabbisogno e neppure di una analisi delle potenzialità di risparmio energetico in relazione agli investimenti. ll periodo di rimborso previsto per gli investimenti era, in media, di 50 anni e, in alcuni casi, arrivava fino a 150 anni.

Si consideri un altro dato di fatto, in apparenza disgiunto dal precedente: il valore dell’abusivismo edilizio è enorme. In esito ai vari provvedimenti legislativi relativi a condoni edilizi dal 1985 ad oggi sono state presentate più di 2 milioni di richieste di condono. Questo mette in evidenza il livello di diffusione dell’abusivismo. I soli meccanismi di condono hanno avuto un valore complessivo di più di 30 miliardi di euro. Una lotta decisa all’abusivismo (non condoni, però) consentirebbe un recupero notevole di fondi.

In sintesi, quanto sopra indicato dimostra che i fondi a disposizione devono essere utilizzati al meglio, devono poter essere reperite nuove risorse e per queste potrebbe giocare un ruolo fondamentale il ricorso alla lotta all’abusivismo. Cosa fare quindi ? Per quanto concerne gli strumenti di finanziamento serve:

  • creare modelli di utilizzo dei fondi di finanziamento. In particolare servirebbe incrementare l’attuazione di modelli di finanziamento tramite terzi con Esco e banche, almeno per interventi semplici, tentando di migliorare l’esperienza, la casistica di riferimento e la competenza dei soggetti interessati
  • stabilire criteri riconosciuti di selezione dei progetti da finanziare basati sull’efficacia dei programmi di intervento in termini di rapporto costi/benefici in termini di risparmio energetico affinché vengano promossi i progetti più virtuosi
  • istituire nuovi metodi per il reperimento di risorse per il finanziamento dello sviluppo dell’efficienza energetica (con particolare riferimento agli interventi nell’ambito della pubblica amministrazione) senza andare ad intaccare il debito pubblico: ad esempio gli ormai famosi “perpetual bond”

Potrebbe, inoltre, tornare utile istituire un meccanismo di reperimento fondi da sistema sanzionatorio (non di condono) dell’abusivismo dati i potenziali già richiamati.

Per quanto riguarda la riqualificazione energetica è da considerare un notevole dato di fatto: almeno il 70% del costruito nel territorio nazionale potrebbe non resistere ad eventi sismici a cui potrebbe probabilisticamente essere sottoposto. Il 95% dell’intero patrimonio edilizio scolastico dell’Italia meridionale è stato realizzato prima del 1980 senza essere stato progettato secondo criteri antisismici. Quindi, gli edifici italiani necessitano di ristrutturazione in sé, l’efficienza energetica entrerebbe come prerequisito essenziale delle ristrutturazioni.

Alcuni dati sulla numerosità degli edifici in campo nazionale danno un’immagine più realistica delle dimensioni di cui si sta parlando: in Italia gli edifici pubblici e ad uso ufficio in genere sono più di 60.000, gli edifici scolastici 50.000, gli alberghi 26.000 (di cui 21% ante 1900 e 52% ante 1980), infine gli edifici uso abitazione sono 11 milioni e mezzo.

E’ necessario, pertanto:

  • dare vero impulso al settore dell’edilizia creando i presupposti per l’affermazione di un sistema paese all’avanguardia nel settore della sicurezza dell’abitare e dell’energia con il risultato di rinnovare il parco edifici secondo standard di sicurezza (con particolare riguardo ai temi antisismici) e di prestazioni energetiche avanzate
  • elaborare di un piano che favorisca i rifacimenti totali di conglomerati edilizi a partire da determinati sottoinsiemi che versano in condizioni di particolare disagio (ad es. vecchi edifici scolastici o alcune parti dell’edilizia popolare)

Altro argomento importante è rappresentato dalla pubblica amministrazione, alcuni numeri che ci danno l’idea della dimensione degli interventi. La PA in Italia consta di circa 35.000 edifici (12 milioni di m2 di superfice). Per effetto della nuova direttiva saranno oggetto di ristrutturazione circa 1.000 edifici anno della PA – Governo centrale per un totale di 9.000 edifici (¼ del totale), con risparmi incrementali attesi di 0,27 Mtep per ogni anno (dati Enea recentemente ripresi anche da Confindustria). Il risparmio conseguibile sulla bolletta energetica della PA (incrementale annuo) potrebbe aggirarsi a 200 milioni di euro/anno per 1.000 edifici. Il programma di efficientamento di 9.000 edifici comporterebbe, quindi, a regime un risparmio cumulato della bolletta energetica della PA valutabile, in via conservativa, in circa 1,5 miliardi euro/anno.

E’ quindi necessario:

  • promuovere l’efficientemento anche con nuovi strumenti finanziari, come già detto
  • introdurre criteri per la standardizzazione del livello di consumi energetici delle PA sulla base di un sistema per il riconoscimento di costi standard rispetto ai quali la PA sia incentivata ad investire in azioni di efficientamento

Vi è poi l’argomento reti. L’evoluzione delle smart grid energetiche rappresenta un reale strumento di efficientamento e di evoluzione tecnologica del settore energetico. Elettricità e calore, possono trovare utile integrazione nello sviluppo dei sistemi di utenza. Un reale e duraturo sviluppo dei sistemi di utenza non può prescindere però da una riflessione sulle modalità di esazione degli oneri generali di sistema perseguendo un principio di selettiva ripartizione dei medesimi tra bolletta elettrica e fiscalità generale.

Tra gli obiettivi europei al 2020 vi è anche quello che stabilisce che la quota minima di energia da fonti rinnovabili in tutte le forme di trasporto sia pari al 10 % sul consumo finale di energia nel settore dei trasporti: le fonti rinnovabili dovrebbero valere circa 4 Mtep, una fetta del settore trasporti corrispondente ad un valore di circa 6 miliardi di euro/anno. E’ quindi prioritario:

  • favorire tecniche agronomiche più efficienti ad integrazione delle colture tradizionali con l’obiettivo di un più efficace utilizzo del suolo
  • puntare ai settori con maggiori ricadute a livello nazionale per l’agricoltura e con maggiore efficacia in termini di benefici per i consumatori: si arriva, quindi, ai trasporti nei quali il biometano costituisce uno strumento chiave soprattutto in tema di trasporti dove l’obiettivo di almeno 2 miliardi di m3/anno sono alla portata e coprirebbero il 50% del fabbisogno per il soddisfacimento dell’obbligo sui biocarburati senza oneri aggiuntivi per i consumatori. Questo comporterebbe, inoltre, più di 1,5 miliardi di euro di investimento su filiera italiana

Infine, nell’approcciare il concetto di efficienza energetica non si può trascurare il tema “dell’energia che buttiamo”: i rifiuti e i sottoprodotti.

La produzione totale di rifiuti in Italia, secondo l’Ispra, è circa pari a 160 milioni di tonnellate all’anno di cui circa 32 Mton/a sono rifiuti urbani e 128 Mton/a sono rifiuti speciali. Il costo per i consumatori per la gestione dei soli rifiuti urbani vale circa 7 miliardi di euro/anno. Servirebbe dunque:

  • rendere più efficiente il contrasto alla produzione di rifiuti mediante l’introduzione di meccanismi di responsabilizzazione dei soggetti che immettono beni al consumo potenzialmente fonte di rifiuto al fine di comportare un risparmio per i consumatori finali
  • promuovere il riciclo e il recupero energetico dei rifiuti